nel meno spesso vive il di più.

mercoledì 25 gennaio 2012

Palmiro, Giotto, Picasso e Stravinskij. Un bel quartetto.


Buondì. Era tanto tempo che non scrivevo qualcosa su questo blog, non che mancassero le novità, con un mestiere come questo ogni giorno è diverso. Dalle stelle alle stalle, su e giù, su e giù (ma non pensate male: intendo come rapporto fortuna/sfiga), un'altalena davvero sfinente. E poi non riesco, come tanti miei colleghi, a raccontare quello che mi succede. Soprattutto perchè penso che non importi a nessuno. Perchè dovrebbe? Vendere surgelati, o costruire sedie, o disegnare, è la stessa cosa. Perchè quelli che lavorano in un ufficio non hanno un blog e raccontano quello che fanno giorno dopo giorno? Disegnare, se non sei miliardario e quindi puoi fare "l'artista", non è molto diverso dal costruire infissi. Oggi c'è il sole, l'aria è frizzantina come piace a me, e sto aspettando il tecnico del computer che se ci mettiamo accanto, l'artista sembra lui. Non ho un tatuaggio, non ho un piercing, non ho anelli cazzuti o bracciali, e vesto in modo normale. Buffa la vita. Ho aperto sul tavolo un paio di libri di Giotto che sto amando sempre di più. Una sbandata come anni fa ebbi per Kandinsky e poi per Picasso. Alla radio hanno iniziato a trasmettere adesso "La Sagra della Primavera" di Stravinskij e lo trovo di buon auspicio, e quindi mi metto subito a disegnare. L'umore è ottimo.