nel meno spesso vive il di più.

mercoledì 8 giugno 2016

una storia a fumetti per Slowcomix #03



Siamo alla pagina e mezza, già fatta. Oscuro col bianco non per sadismo ma perché in genere, io non guardo neanche i trailer perché voglio arrivare vergine alla visione del film. Così facendo si rischia di più ma nel caso tutto vada bene, si gode anche di più. Comunque non siamo qui per godere. Il fumetto è sacrificio. Tanto. Troppo. E anche se tutto ricomincia a fluire, sento che quest'arte si sta rarefacendo. Sragiono? Forse. E' che il modo di procedere del fumetto: sceneggiatura, matite, inchiostrazione, etc etc. lo trovo vetusto. Anche dannoso. Anche peggio. Seguire la sceneggiatura è come uscire fuori con un amico che ti ha già scritto tutto quello che succederà in quella serata. Non c'è sorpresa. Magari c'è per chi legge ma per chi disegna è una noia mortale. E se chi disegna si annoia, o perde la capacità del cogliere l'attimo, sono sicuro che anche l'opera finale ne risentirà. Per questo -secondo mio modesto parere - tanti fumetti seriali sono noiosi. Boh. Chissenefrega.
A che pagina mi fermerò? Penso alla numero 4. Perché fare fumetti, anche leggeri e demenziali, può diventare la cosa più faticosa del mondo.
Adieu.

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